6° Lucca Half Marathon

E’ da giorni che i metereologi annunciano un’ondata di maltempo anomala per i primi giorni di maggio. Incredibilmente le previsioni sono state rispettate in tutto il nord con vento forte, pioggia, grandine e neve.

Non potevo desiderare una mezza maratona migliore…(ironia).

Dopo la Mezza del Santo di domenica scorsa, ho ancora dolori muscolari come se avessi  fatto una maratona e non i ventuno chilometri.

Sono allo start di questa mia sesta Mezza di Lucca e rispetto al solito caldo umido e afoso che ho trovato negli anni precedenti, per la prima volta piove e fa freddo. In realtà non so se essere felice o maledire il clima impazzito visto che le mie ultime gare come la maratona di Firenze e Roma le ho disputate tutte sotto l’acqua e la voglia di “soffrire” è terminata.

Puntuali come un orologio svizzero si parte. Visto che sono in prima linea e si rischiano gli scivoloni, un minimo di attenzione iniziale è doverosa. Dopo il secondo chilometro mi ritrovo a correre già da solo e visto il vento e la copiosa pioggia, decido che non è il caso di stare in solitaria e così mi faccio raggiungere dai “pacer” coi palloncini che segnano 1h24’ di chiusura. Decido che è la volta buona di utilizzarli come capo espiatorio.

Siamo un gruppo di una decina di persone. Corriamo leggermente più veloce di 4’ a chilometro. Io mi accorgo che il ritmo è più forte per della previsione finale, ma preferisco non dico nulla. Scesi dal primo giro di mura si va in circonvallazione e c’è un piccolo tratto in leggera ma costante discesa che aiuta per qualche chilometro. I pacer si accorgono che il ritmo è sostenuto e rallentano cercando il passo giusto da mantenere mentre alcuni runners si che si erano persi strada facendo riescono con fatica a riaccodarsi al gruppo.

Il passaggio nel centro di Lucca mi da l’idea di cavalli imbizzarriti che corrono senza una meta. Insieme a qualche imprecazione nei confronti del clima che oggi non ci da tregua, riesco a sentire il respiro affannato di tutti. Ogni singola falcata alza un certo quantitativo d’acqua e lo sguazzio dei nostri passi è musica per le nostre orecchie.

Al 11° chilometro si risale sulle mura, altro giro altra corsa. Il vento è calato e inizia a rincarare la dose di pioggia che crea non poco fastidio e problemi a tutti , atleti, pubblico e staff.

Dopo il secondo giro di mura e la discesina che ci riporta in circonvallazione, intorno al 16° chilometro ci ripetiamo che si resta uniti insieme fino alla fine. Mancano pochi chilometri, resto attaccato e sfrutto la scia, anche perché nelle gambe inizio a sentire la stanchezza della gara di domenica scorsa.

Stringo i denti negli ultimi 800 metri perché alcuni cambi di direzione del centro cittadino, tra pavimentazione e pozzanghere mi rallentano e ricordano che non sono fatto di ferro.

Sprint finale e scivolo letteralmente via sotto al traguardo in 1h24’22”.

Niente male se consideriamo l’ultimo mese tra maratona, mezza della scorsa settimana e quella di oggi.

Soddisfazioni ne abbiamo?