XI Cetilar Pisa Half Marathon

La mattina di una gara provate a chiedere a un corridore come sta fisicamente e vi risponderà dicendo di avere dolori, di essere uscito fuori da un infortunio o che sono giorni che non si allena perché sta poco bene. Domenica mattina agli amici che a Pisa mi ponevano questa domanda rispondevo: “sto benissimo”. Noto le facce degli altri corridori stupite e incredule per l’estrema sincerità, difficilmente si ottiene una risposta così chiara e, anche se non è del tutto vero, perché di problemi fisici ne ho, mi sono concentrato sull’aspetto psicologico convincendomi di essere al 100% delle mie possibilità. La mattinata è fresca e nuvolosa. Pur essendo al 8 di ottobre, l’atmosfera e il clima che respiro sono quelle che in genere avverto sempre a Pisa a metà dicembre, quando si svolge la maratona e abbinata la mezza maratona alla quale mi piace sempre essere presente. Controllo di aver allacciato bene le mie scarpe performanti Asics NoosaFF che di certo mi aiuteranno ad affrontare bene questi 21 chilometri, nello stesso tempo osservo con orgoglio il bracciale della linea Ricci del maestro orafo Gerardo Sacco che ha deciso di seguire come main sponsor questa mia ennesima sfida sportiva facendomi indossare al polso questo gioiello a forma di riccio i cui aculei hanno la funzione apotropaica di respingere gli influssi maligni, sono ispirati agli aryballoi dell’antica Grecia: piccoli vasi contenenti oli profumati e unguenti che gli atleti usavano legare al polso, e che servivano per rendere il corpo scivoloso e difficilmente afferrabile per gli avversari, questo non può che essere un valore aggiunto alla mia gara.

Senza lasciare nulla al caso, una volta cambiato inizio a fare un leggero riscaldamento, anche perché è fresco abbastanza e i muscoli lo richiedono. Alle 8:45 entro in griglia di partenza, il tempo di ascoltare il discorso del famoso attore italiano Carlo Verdone, quest’anno testimonial di questa manifestazione che ha lo scopo di sensibilizzare la gente alla donazione degli organi tramite una delle associazioni no-profit “Per Donare la Vita Onlus”. Lo start poco dopo le 9:00. Parto in prima fila col pettorale numero 7 e tengo a bada da subito lo sprint iniziale perché l’intento è quello di chiudere in tranquillità, intorno a 1 ora e 23 minuti. Allenandomi da solo oggi era previsto un medio sulla stessa distanza e si sa, da soli è tutto più complicato, tanto vale buttarsi in gara e fare un buon allenamento. Mi ci sono voluti 5 km, quando mi sono ritrovato nel parco di San Rossore immerso nella natura per capire che era la giornata giusta per osare, perché pur preparando una maratona e, avendo ormai ritmi più lenti di una mezza maratona mi sento bene e quindi, sfruttiamo il momento. Le gambe iniziano a girare, per due volte rischio di finire per terra perché corro in un gruppo e vengo toccato da dietro da un altro runner sul piede di slancio, riesco a tenere l’equilibrio e decido di sganciarmi dal gruppetto di circa dieci persone, troppo rischioso e non c’è due senza il tre quindi meglio correre da solo, senza il pensiero che possa ricapitare con conseguenze poco felici.

Intorno al 18 km il percorso ci riporta nel centro pisano, si passa qualche ponte e gli strappi in salita si fanno sentire sulla fatica delle gambe. Il pubblico incita gli atleti ricordando che ormai manca poco alla fine.  Il sole inizia a fare capolino e si avverte quel tepore che è mancato durante i chilometri precedenti. Nell’ultimo chilometro e mezzo mi adagio al mio ritmo perché ormai corro da solo e non ho riferimenti e stimoli per spingere di più, così mi ritrovo sotto la torre pendente e passo il traguardo in un tempo di chiusura che non mi aspettavo e, che sinceramente non facevo registrare da qualche anno, 1 ora e 21 minuti. La voce dello speaker distoglie il mio sguardo dal timer quando mi annuncia dicendo: “al traguardo anche il FrontRunner di ASICS Antonio Carvelli”, son soddisfazioni. Prima di avviarmi verso l’uscita ricevo l’abbraccio e la pacca sulla spalla di uno degli organizzatori e amico cosentino, il mitico Michele Passarelli Lio che ha atteso con pazienza il mio arrivo sulla finish line. Sono davvero contento e felice perché oltre ad aver fatto una gara perfetta, il crono mi da informazioni importanti sulla maratona che tra meno di un mese dovrò affrontare, la mia quarta Tcs New York City Marathon.